mercoledì 9 aprile 2008

ORGOGLIO STORICO

Oggi, grande conversazione inter-generazionale post-prandiale sulla Storia... Mettete intorno a un tavolo a discutere insieme - in ordine di età - un pensionato laureato in scienze politiche, una casalinga che legge e che sa, un'insegnante di lettere dottoranda in storia contemporanea, un dottorino in storia dell'arte e una studentessa di III media un poco fuori dal mondo, tutti e cinque votati alla dialettica e tendenti alla polemica: a vederla da fuori, probabilmente pare terribile, ma a casa nostra questi "appuntamenti culturali" sono frequenti!
Come al solito, ne sono venute fuori di tutti i colori: stiamo combattendo la III guerra mondiale? no? chi lo dice? ci sarà mai? Quante sono le guerre d'indipendenza? e la Grande Guerra, dove la mettiamo? Chi decide cosa è Storia?
se adesso non combattiamo una guerra, cosa studieranno nel futuro? ecc ecc.
Come al solito, il mestiere dello storico ne è uscito maluccio. E poi, mica è cardio-chirurgia... quando si parla di Storia, tutti si sentono in dovere di dire la propria.
Fa troppo corporativista sostenere che, invece, scrivere la Storia non è per niente semplice, e non basta averla vissuta?
Traggo, più o meno liberamente, dalle
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr:
Il senso comune ha della storia quest'immagine: che la storia consista in un complesso di fatti
accertati; che lo storico trovi i fatti nei documenti, nelle iscrizioni e così via, come i pesci sul banco del pescivendolo; che lo storico li raccolga, li porti a casa, li cucini e li serva nel modo che preferisce.
In realtà i fatti storici non si possono minimamente paragonare a pesci allineati sul banco del pescivendolo. Piuttosto, li potremmo paragonare a pesci che nuotano in un oceano immenso e talvolta inaccessibile: e la preda dello storico dipende in parte dal caso, ma soprattutto dalla zona dell’oceano in cui egli ha deciso di pescare e dagli arnesi che adopera. Va da sé che questi due elementi dipendono a loro volta dal genere di pesci che si vuole acchiappare.
In complesso, lo storico s’impadronisce del tipo di fatti che ha deciso di cercare.
La storia è essenzialmente interpretazione.

0 commenti: