venerdì 30 maggio 2008

LA PATATA E' VITA...

I doppisensi, ovviamente, si sprecano - eh eh -, pur essendo femmina...
Come tacere, però, che il 2008 sia l'anno internazionale della patata?
Umile e povero quanto
si voglia, ma l'alimento mio preferito, insieme alla pizza!

(¯`·._.· w le patate ·._.·´¯)
PS: In questi giorni di malattia ho fatto un sacco di scoperte (e post) intelligenti, nevvero???
PS2: Ho iniziato Vita di Galileo, di Bertolt Brecht, n. 19 (che indietroooo!)

mercoledì 28 maggio 2008

KILL BILLY vol.2

Articolo di Manila Alfano (il Giornale, 6 marzo 2008) ripescato casualmente ieri sera e da me stessa rimaneggiato:

    Non basta vivere in Scandinavia per sfuggire alla legge dei «terroni». C'è sempre qualcuno più a nord di te. Capita, così, che la svedese IKEA si becchi un'accusa di razzismo nei confronti dei Danesi, gente del Sud, meridionali. Terroni.
    Il signor Ikea, Ingvar Kamprad, da sempre sostiene di avere un piccolo problema con i nomi: fatica a ricordarseli. È per questo, raccontano, che mobili, oggetti, modelli e suppellettili dei suoi prodotti vengono battezzati con un criterio a prova di memoria. Tutto deve seguire una logica razionale: scatole e scaffali portano nomi di cittadine svedesi.Letti, armadi e mobili da salotto evocano luoghi norvegesi, tavole e sedie citano la Finlandia, i cuscini parlano di fiori, piante e pietre preziose. In bagno trovate solo laghi scandinavi, fiumi e baie. Ma se si va nella polvere, sui tappeti, zerbini e tutto ciò che è calpestabile, non vi potete sbagliare: ci sono solo nomi di città danesi. Un caso? Mica tanto. Mister Ikea è convinto che ci sia del marcio in Danimarca. E così quando si tratta di dare un nome agli oggetti più «bassi» pensa sempre e soltanto alle città danesi: per la tavoletta del water tira fuori dalla cartina geografica Öresund, lo stretto di mare che divide la Danimarca dalla Svezia; la città di Nivå, invece, diventa un rivestimento per pavimenti... guarda caso il più economico.
    Secondo Klaus Kjøller, un esperto di Scienza della comunicazione dell'Università di Copenaghen, «Qualcuno ha voluto prendersi gioco dei Danesi. Dev’esserci una scelta deliberata. Nessuno si è mai chiesto perché per i mobili componibili più costosi hanno toponimi svedesi?».
    Se parli di queste cose con i signori dell'Ikea, sostengono che sia tutto un caso, ma in realtà l'ironia di mister Kamprad non è che l’ultimo atto di una battaglia che si combatte tra i due Paesi da oltre 500 anni. A Copenaghen, intanto, si sta già pensando alla controffensiva: qualcuno ha suggerito al produttore di birra danese Carlsberg di chiamare le sue birre analcoliche con nomi di località svedesi. Bassa gradazione.

martedì 27 maggio 2008

KILL BILLY vol.1

Io non sopporto il Billy di mia sorella (cioè non concepisco che una comunissima libreria neanche troppo caruccia venga chiamata per nome e coccolata come una quasi-persona), a me mi piacciono: la cassapanca della nonna, la credenza da campagna, quelle cose vecchio-legnose da falegname con il profumobuono e il nomecomune che si trova anche nel dizionario illustrato delle elementari...
Non potevo perciò esimermi dal citare questa perla di Sw4n
.

Catalogo IKEA, pag. 32

    01) ringum: tappeto
    02) mammut: tavolo per bambini
    03) knop: lampada da tavolo
    04) dunvik: cuscino
    05) granat: cuscino
    06) knoppe: poggiapiedi
    07) arup: cassettiera a 6 cassetti
    08) vaxtorp: scatola con coperchio
    09) raljans: tazza e piattino
    10) dracaena lucky bamboo: pianta
    11) ilen: mobile tv
    12) oland: poltroncina
    --> Il tutto rigorosamente verde tendente pisello.
Quando al piccolo bambino di casa Svensson dicono di correre in camera, a prendere il cavallino kluppe che si trova dentro vaxtorp, nel quarto scaffale di arup, dietro a ilen ma sopra mammut, nascosto tra due strati di granat e dunvik, lui entra nella stanza inciampando sul knoppe e rovesciando raljans, e grida a squarciagola: “Mamma non lo trovo!”. E lei, seduta su una morbida oland di fianco ad uno splendido dracaena lucky bamboo, risponde “Prova dietro knoppe!”.

CHI SALVERA' I BAMBINI?

Casi di abusi e sfruttamento sessuale di minori, anche di sei anni, da parte della forze Onu di peacekeeping e operatori umanitari, continuano a verificarsi in paesi in emergenza e sono sottostimati e poco documentati anche a causa della paura delle vittime di parlarne e denunciarli. E’ quanto emerge dal nuovo Rapporto di Save the ChildrenNessuno a cui dirlo”: una ricerca qualitativa frutto di interviste, gruppi di discussione e incontri che hanno coinvolto bambini, bambine, operatori umanitari, personale delle missioni Onu di peacekeeping, addetti alla sicurezza, in nazioni in situazioni di emergenza o post conflitto (sono 341 le persone – tra cui 250 bambine e bambini - coinvolte in 38 gruppi di lavoro o intervistate; 30 gli operatori umanitari o impiegati in missioni di peacekeeping che hanno partecipato agli incontri; Sud Sudan, Costa D’Avorio e Haiti, in particolare quelle aree in cui erano già stati rilevati episodi di abusi e sfruttamento, i Paesi interessati dalla ricerca).

Leggete il seguito sul sito di Save the Children.

CIBO PER LA MENTE

mercatino - ristorazione - bar enoteca - conferenza - laboratori - esposizioni - concerti gratuiti

COS'E' - Cibo per la mente nasce nel giugno 2000 come mostra mercato di prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato biologici. La manifestazione, che non vuole essere una semplice esposizione, diventa il pretesto per parlare e confrontarsi su alcune tematiche: ogni anno viene scelto un filo conduttore che caratterizzi la manifestazione; i temi affrontati sono sempre legati all'uomo ed all'ambiente in cui vive.
DOV'E' -
Nel parco di Villa Venier, Sommacampagna (VR).

Arrivando in auto da Verona: incontrerete una prima rotatoria dove proseguirete dritto, alla seconda rotatoria svoltate a destra dopo 500m arrivate ad un piccolo incrocio, imboccate via 2 giugno e seguite le indicazioni per Villa Venier. Troverete un ampio parcheggio libero e gratuito in via Bassa, presso gli impianti sportivi.
CHI E'- Lucignolo è una Associazione Culturale fondata nell'estate del 1997 da un gruppo molto eterogeneo di amici che si erano posti l'obiettivo di creare qualcosa di nuovo a Verona e provincia per promuovere la cultura nelle varie arti. Oggi è una Associazione di Promozione Sociale, apolitica e non a fini di lucro, che si propone di svolgere
attività di utilità sociale nei confronti degli associati e di terzi. E' un'associazione ambientalista e di solidarietà sociale, con lo scopo di diffondere e rafforzare una "ecologia della vita quotidiana", e perseguire il progetto di una trasformazione della vita quotidiana in senso ecologico, naturale e solidale. Scopo dell'associazione è promuovere la cultura di uno sviluppo economico sostenibile, il consumo critico e il consumo associato.

lunedì 26 maggio 2008

TE GUSTA EL QUESO?

Da una delle ultime cene dello scorso anno scolastico, noi professoresse ci divertiamo a parlare in una specie di spagnolo-veneto (forse è iniziata quando qualcuno propose di scambiarci le materie di insegnamento per un giorno, mah... comunque sia andata, al primo orale di spagnolo degli scorsi esami, sentendo che l'esaminando parlava come facevamo noi per finta, siamo scoppiate maleducatamente a ridere). Probabilmente gran parte del divertimento sta nel fatto che abbiamo nel Consiglio docenti un vero "spagnolo-parlante", e così lo prendiamo amabilmente in giro, il vecchio marpione...
Sabato sera, comunque, c'era una delle squisite cene mensili tra professori (attuali ed ex). Seduti a tavola, viene servita un'insalata vagamente esotica, con mele, noci e quartirolo. L'oste di turno avvisa una delle ospiti che - sapendo della sua intolleranza ai latticini - le ha preparato una monoporzione formaggio-free. A questo punto interviene la (ex) prof di inglese e spagnolo: "No te gusta el queso?". Io e l'intollerante ci guardiamo, scoppiamo a ridere e lei replica: "No, no, me gusta il casso!".
Ovviamente è diventato il leit-motiv della serata (e probabilmente ne rideremo per mesi e mesi e mesi)!
E, a ti, te gusta el chesso????


PS: postumi della serata goliardica: dolorini da homangiatohobevutotroppo
e una vera tosse cavernosa & altri veri sintomi da "aria di fessura porta alla sepoltura". Mannaggia a chi tiene le finestre aperte!

sabato 24 maggio 2008

LA BIBLIOTECA DELLA PIERA

Bibliografia non esaustiva, ovviamente, solo qualcosa di storiografico e qualcosa di narrativo sulla I guerra mondiale che mi è piaciuto leggere...
Vorrei fare come il mio professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea, che all'inizio del corso distribuiva un elenco di libri "da leggere assolutamente" e avvertiva gli studenti: "Quelli segnati sono i più belli!". Ed erano tutti segnati.

  • Bianchi, Bruna, La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915‐1918, Roma, Bulzoni 2001.
  • Forcella, Enzo e Monticone, Alberto, Plotone d’esecuzione. I processi della prima guerra mondiale, Milano, Bruno Mondadori 1998.
  • Gibelli, Antonio, La prima guerra mondiale, Torino, Loescher 1975; La grande guerra degli italiani 1915‐1918, Milano, Sansoni 1998; L’officina della guerra. La grande guerra e le trasformazioni del mondo moderno, Torino, Bollati Boringhieri 1998.
  • Hemingway, Ernest, Addio alle armi, Milano, Rizzoli 2002.
  • Isnenghi, Mario, Il mito della Grande Guerra, Bologna, Il Mulino 1970.
  • Isnenghi, Mario e Rochat, Giorgio, La Grande Guerra 1914‐1918, Firenze, La Nuova Italia 2002.
  • Leed, Eric J., Terra di nessuno, Bologna, Il Mulino 1985.
  • Lussu, Emilio, Un anno sull’Altipiano, Milano, Mondadori 1971.
  • Procacci, Giovanna, Soldati e prigionieri italiani durante la grande guerra. Con una raccolta di lettere inedite, Roma, Editori Riuniti 1993.
  • Rigoni Stern, Mario, Storia di Tönle, Torino, Einaudi 1978; L’anno della vittoria, Torino, Einaudi 1985; 1915/18 La guerra sugli Altipiani. Testimonianze di Soldati al fronte, Vicenza, Neri Pozza Editore 2000.
  • Tomasoni, Giuseppe e Nuvoli, Carmelo, La Grande Guerra raccontata dalle cartoline, Trento, Arca Edizioni 2004.
  • Winter, Jay, Il lutto e la memoria. La Grande Guerra nella storia culturale europea, Bologna, Il Mulino 1998.

24 MAGGIO

Il 24 maggio 1915, dopo aspri scontri tra “neutralisti” e “interventisti”, il Regno d’Italia dichiarò infine guerra all’Impero austro‐ungarico degli Asburgo (disconoscendo in tal modo la Triplice Alleanza firmata nel 1882). La divisione all’interno del Paese per la decisione dell’entrata in guerra – che rispecchiava ovviamente anche una divisione politica – e l’ostilità tra le due correnti si mantennero anche negli anni seguenti e portarono a conseguenze talvolta assurde: i clericali, per esempio, furono costantemente associati ai socialisti nelle furibonde polemiche della stampa e dei gruppi politici interventisti e considerati dalle autorità politiche e militari come dei nemici potenziali e sottoposti a varie misure di vigilanza.
L’Altipiano dei Sette Comuni e tutta la zona di Luserna e Lavarone divennero così zona di guerra; i Cimbri veneti si ritrovarono sul fronte italiano e i Cimbri trentini su quello austriaco:

    Quella del 1915 fu dalle nostre parti una primavera molto bella, la neve con le piogge di marzo, si era sciolta molto in fretta, e pareva proprio che più di ogni altro anno passato la chiamata della primavera con i suoni dei campani e i falò sullo Spilleche e sul Moor avesse svegliato in anticipo la vegetazione [...].
    La mattina di buon’ora del giorno 24 Tönle aveva guidato le pecore verso i soliti pascoli; poi si sedette ad accendere la pipa e a godersi il giorno. Sentì dapprima come un brontolio per il cielo, poi uno scoppio lontano. Si alzò in piedi e guardò attorno; non vide niente ma ancora sentì quel brontolio e lo scoppio ripetersi, e susseguirne altri più numerosi. Allora capì: era cominciata la guerra e i forti del Campolongo e del Verena sparavano a quelli di Luserna e di Vezzena.
Alle 3,55 era partito dunque da forte Verena il primo colpo di cannone che aveva annunciato l’apertura delle ostilità tra il Regno d’Italia e l’Impero austro‐ungarico.
    Per la prima volta, dal 1866, in quell’estate non si fece contrabbando tra le nostre montagne e la Valsugana, né gli emigranti presero la strada dei menadori ora che i tirolesi, che una volta davano loro ospitalità nelle pause del viaggio, erano mobilitati nei battaglioni degli Standschützen che difendevano i confini. [...]
    Anche far pascolare verso i confini era interdetto, e per la prima volta da secoli una decina di malghe non vennero monticate. I paesani che non erano stati richiamati per la guerra, ossia gli anziani sui cinquant’anni e i giovani tra i quattordici e i diciannove, erano stati ingaggiati come operai militarizzati nei lavori di trinceramenti e nella costruzione di strade; e per le carreggiate che si inerpicavano per i fianchi dei monti e non esposte all’occhio del nemico venivano trainati a forza di braccia i grossi cannoni da 149 che venivano poi messi in batteria nelle postazioni sommariamente difese con tronchi di abete, tavoloni di larice e sacchetti di terra.
[...] Nel complesso, le perdite italiane negli anni di guerra ammontarono – al 1918 – a 571.000 soldati morti (di cui 402.000 in combattimento e 169.000 di malattia), 451.645 invalidi e oltre mezzo milione di feriti; considerando però anche i morti in conseguenza della guerra, i dati ufficiali al 1925 valutarono il numero complessivo dei soldati morti in 652.000 (dei quali circa 100.000 soldati prigionieri morti in paese nemico o non più rientrati in Italia).
.
(dalla -mia- tesi di laurea Nicevo, La Storia dell’Altipiano di Asiago nelle storie di Mario Rigoni Stern, 2005. Le citazioni sono da Mario Rigoni Stern, Storia di Tonle, 1978)

venerdì 23 maggio 2008

VEDERE

We don’t see things as they are, we see them as we are.
(Anaïs Nin, 1903-1977)

giovedì 22 maggio 2008

DIVERTIMENTI

Stasera, giornata di "stanchezza infinita" (riposino total-pomeridiano) ma anche di lavoro serale, speravo di fare la solita partitella a calcetto in soffitta e - poi più o meno - spaparanzarmi sul divano, ma avevo fatto i conti senza l'oste, come si usa dire... Arrivata in casa, il mio puello mi ha accolto trionfante: "Lo sai dove andiamo oggi? ...se vuoi...? a vedere la partita!". Piccola gita, quindi, al palazzetto dello sport per la gara 1 finale play off tra Marmi Lanza Verona e Mare&Volley Forlì, finita - dopo 111 minuti, 2 pop-corn e 1 Coca - per 3 a 1 (27-25, 25-22, 25-27, 25-20).
Ovviamente le quattro ore di italiano e l'ora di storia di domani mattina verranno abilmente improvvisate (ovvero: ho messo al sveglia alle 5:05, ma so già che non ce la farò mai ad alzarmi...).

PS: questa mattina, alla festa della scuola per la fondatrice, ho convinto con la mia dialettica delle povere bambine che stavamo seguendo una sperimentazione e, quindi, distribuivamo ghiaccioli salati al gusto di: patatine fritte (bianco), zucchine (verde), pomodoro (rosa-rosso), polpette (marrone). Non ancora pieRamente soddisfatta, ho tramandato alle secondine l'idea dell'anno scorso di offrire l'alternativa patatine intere-patatine schiacciate (offerta che ovviamente si concretizza nello schiacciamento della busta dello snack da parte del venditore).

mercoledì 21 maggio 2008

NONNA PIERA

Al grido di battaglia "Provando e riprovando, s'impara", da piccola mi sono lanciata nella piscina dei grandi senza salvagente e sono salita su una bicicletta senza rotelline, a vent'anni ho imparato un po' di HTML da autodidatta e ultimamente ho messo in piedi lo spettacolo teatrale... ma se c'è una cosa che da sempre proprio non mi riesce, sono i dolci: cucinare le torte non m'appassiona e sono rimasta al livello base "brutte ma buone" (uniche eccezioni: la crostata con la marmellata e la torta marmorizzata, o "giorno & notte").
Al posto della gita a Gardaland (cancellata per il maltempo), la nonna Piera, quindi, oggi si troverà con le sue discepoline e proverà a cucinare i biscotti (ma a che passatempi da anziane le sottopongo?!).
Ricetta trovata su Internet, ovviamente, e mai testata:


200 grammi di farina
100 grammi di zucchero
80 grammi di burro a pezzetti
• 1 uovo
• 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
100 grammi di cioccolato fondente in gocce
• 1 cucchiaino di lievito in polvere

Sistemare a fontana la farina mescolata con lo cioccolato e il lievito su una spianatoia, versare al centro lo zucchero, il burro, l'uovo e lavorare velocemente gli ingredienti per non scaldare troppo l'impasto. Ricavare dei filoncini e metterli in frigo per mezz'ora. Dopo mezz'ora affettare e sistemare su una placca coperta dalla carta da forno e cuocere a 200°C.

martedì 20 maggio 2008

QUANDO SI VUOLE UNA COSA,

tutto l’universo cospira affinché si riesca a realizzare il sogno.
(Paolo Coelho, L'alchimista)


Lo spettacolo è andato bene: il clima era ottimo - nervosismo ma non "nervosetti" - e, pur tesi assai, ci siamo pure divertiti (grazie prof per la birra-tattica bevuta al mixer). Peccato per gli amisci che non c'erano e per le Signore, e il Colobo, assenti gravemente ingiustificati...
La vita da regista-scenografo-trovarobe-servo di scena-costumista-professore è, comunque troppo stressante; credo onestamente che "mai più"! Anche se… A giugno, è vero, volevo licenziarmi per non dover sobbarcarmi il lavoro teatrale quest'anno, ma pensare alla prossima occasione è a metà tra l'orrido-che-repelle e il fascino-dell'orrido-che-attrae (della serie: "Però... si potrebbe fare... in terza… sia mai che…"), eh eh eh.
Stanotte, intanto, potrei fare un riposino, dopo la notte in bianco ("E' stanca profe? ...si vede!"), e poi smontare il pullmino e rimettere tutto a posto, fino alla replica del 6 giugno.
Va tutto bene. E' stato bello.

lunedì 19 maggio 2008

PARTE IL CONTO ALLA ROVESCIA

Good night, sleep tight,
Wake up bright
In the morning light
To do what's right
With all your might.

E' il giorno X... tra meno di tre ore e mezza devo essere a scuola, pronta per una quattordici ore in compagnia dei teatranti. Dovrebbe essere tutto a posto, o comunque facilmente risolvibile nel tempo che ci rimane. Ma porcacacca!

Ore 21, Auditorium del palazzo della Gran Guardia, Verona,
Signori bambini.

sabato 17 maggio 2008

NON DIRE GATTO...

Attendez la nuit pour dire que le jour a été beau.
(proverbio francese)

Per adesso, nonostante la pioggia, sembra andare tutto ottimamente. Eccellente!

martedì 13 maggio 2008

LA VECCHIA JANE COLPISCE ANCORA

Una delle mie due discepoline, la signorina M, in questo periodo è particolarmente invasata per Orgoglio e pregiudizio: per ora ha visto il film, devo presto provvedere a fornirle il libro. Comunque, questa nuova monomania mi ha dato modo di rinfrescare l'opera (vista l'anno scorso al cineforum - quello da 1 euro a film, con le vecchiotte che escono i piedi dalle scarpe e li distendono sulle sedie di fronte, e solo film abbondantemente usciti nelle sale e molto fuori circuito, in genere), che fa sempre bene; in particolare, si giuoca alle citazioni :-)
Oggi le ho mandato:
DARCY - Pride may be a fault in someone who has nothing to be proud about.
Come a dire che c'è chi costituzionalmente (di costituzione) può e chi no? ...mmmh...

PS: Le prove dello spettacolo sono ancora molto "prove"... aaaah! Ma stasera sono ugualmente scattati gli inviti agli amici. Un pubblico ci deve pur essere! (comunque, ho promesso di offrire da bere a tutti quelli che ci applaudiranno, uha uha uha...)

domenica 11 maggio 2008

ANCORA PER I SATELLITI SPIA...

Da vera super Santasubito Supereroina, questa domenica - contraddicendo le mie abitudini - mi sveglio abbastanza presto, mi alzo, bevo il caffè ed esco ad un'ora comunque preprandiale per passare da scuola a prendere delle fotografie da preparare per la presentazione di lunedì sera. Mi avvio bel bella verso l'Istituto, vi giungo, ma, quando provo a suonare il campanello, esso non trilla. "Porc'!", mi dico, "non ho neanche il telefono... come faccio adesso?".
Dopo aver insistito educatamente, mi osservo intorno e, pur
vedendo giungere una coppia di vecchietti di ritorno da Messa, mi arrampico agilmente e scavalco il cancello. Quindi entro tranquilla dal portone e suono il campanello interno. Suor G. mi apre e salgo in aula d'informatica a fare i miei lavori.
Passati un paio di minuti, sento suonare al cancello. Mi affaccio, ed ecco due uomini minacciosi che confabulano con la portinaia: "Un ragazzo... si è arrampicato ed è saltato dentro...". Suor G. li liquida ringraziandoli per la sollecitudine e io posso scendere dal mio nascondiglio e chiederle conferma: "Parlavano di me? Mi hanno visto entrare e si sono preoccupati?". Fortunatamente lei ride, piegata in due: "Ah ah, me l'ero immaginato che fossi tu! Ti hanno scambiata per un ragazzo... non gliel'ho mica detto che sei una signorina e una professoressa che lavora qui... ah ah ah!".
...QUANTE AVVENTURE...
Se mi avessero arrestato, però, forse avrei evitato lo spettacolo... mannaggia!

giovedì 8 maggio 2008

IMBRANATA

Se davvero ci sono dei satelliti-spia che ci osservano dall'alto, ieri sera verso le nove qualcuno ha gran riso alle mie spalle: con i jeans calati alle ginocchia, ho inciampato e sono caduta rovinosamente (le mani continuavano imperterrite a tenere i pantaloni, ignare di quello che stava accadendo e delle possibili conseguenze per la parte superiore del corpo) di faccia sullo spigolo verticale della libreria! Per alcuni minuti ho pensato di essermi rotta lo zigomo o il condilo della mandibola - e mi sono immaginata in classe con una adorabile museruola, oggetto di scherno per tutti i preadolescenti della scuola -, invece ho solo scoperto che si può avere un grosso e doloroso bernoccolo anche sul viso, proprio vicino all'orecchio...
Ma che male.

Oggi, nell'ora di narrativa, per spiegare perché il nome "eco" sia femminile, ho raccontato il mito di Eco (Zeus intriga molto i miei alunni, che gli rimproverano sempre le infedeltà...):
Zeus si avvaleva dell'abilità della ninfa Eco di ammaliare con le parole per distrarre Era e poterla così tradire con le altre ninfe. Era, scoperto l'inganno, punì Eco togliendole la possibilità di parlare autonomamente: ella poteva, quindi, solo riferire le parole che gli altri pronunciavano. La ninfa, innamoratasi di Narciso, non riescì a conquistarlo proprio a causa dell'impossibilità di parlare e, disperata, trascorse il resto della sua vita in valli solitarie, gemendo d'amore e rimpianto, finché di lei rimase soltanto la voce.

mercoledì 7 maggio 2008

SBRUFFONCELLA INTELLETTUALE...MA NON TROPPO!

I find television very educating. Every time somebody turns on the set, I go into the other room and read a book.
(Groucho Marx)

Ciò non toglie che mi crucci assai per aver perso la puntata del dr House! l'unico programma che -ormai- riesco a seguire abbastanza assiduamente... In cambio, però, ho visto Ortone e il mondo dei Chi. Non male. Forse un po' da bambini (eh eh), ma non male. La gag dell'elefante che si vede come un supereroe dei cartoni giapponesi è mi-ti-ca! E anche dell'altro, oltre alla morale di base e al fatto che alla fine sivoglionotuttibene...

La trama:
Un fantasioso elefante di nome Ortone sente un debole grido d'aiuto proveniente da un minuscolo granello di polvere che fluttua nell'aria. Sebbene Ortone ancora non lo sappia, il granello di polvere ospita la Città dei Chi-non-so, abitata dai microscopici Chi e governata dal Sinda-chi. Nonostante venga preso in giro e minacciato dai suoi vicini, che pensano che abbia perso la testa, Ortone è determinato a salvare la particella, perché "una persona è sempre una persona, non importa quanto sia piccola".

Il video:

martedì 6 maggio 2008

I HAD A DREAM

Ho sognato che arrivavo tardi allo spettacolo.
Ho sognato che i bambini dell'asilo si impossessavano del palco e facevano un balletto al posto della mia brillante introduzione.
Ho sognato che correvo con dei tacchi altissimi.
Ho sognato che, infine, arrivavo col fiatone ma senza copione.
Ho sognato che era un gran pasticcio...

Aaaaah, che ansia!
Oggi, pomeriggio teatrale; quando torno butterò giù due righe sull'Ungheria: non si può lasciarla passare così (ma ho lasciato la macchina fotografica al fratello e alla nuorina, acc')!

domenica 4 maggio 2008