Articolo di Manila Alfano (il Giornale, 6 marzo 2008) ripescato casualmente ieri sera e da me stessa rimaneggiato:
- Non basta vivere in Scandinavia per sfuggire alla legge dei «terroni». C'è sempre qualcuno più a nord di te. Capita, così, che la svedese IKEA si becchi un'accusa di razzismo nei confronti dei Danesi, gente del Sud, meridionali. Terroni.
Il signor Ikea, Ingvar Kamprad, da sempre sostiene di avere un piccolo problema con i nomi: fatica a ricordarseli. È per questo, raccontano, che mobili, oggetti, modelli e suppellettili dei suoi prodotti vengono battezzati con un criterio a prova di memoria. Tutto deve seguire una logica razionale: scatole e scaffali portano nomi di cittadine svedesi.


Secondo Klaus Kjøller, un esperto di Scienza della comunicazione dell'Università di Copenaghen, «Qualcuno ha voluto prendersi gioco dei Danesi. Dev’esserci una scelta deliberata. Nessuno si è mai chiesto perché per i mobili componibili più costosi hanno toponimi svedesi?».
Se parli di queste cose con i signori dell'Ikea, sostengono che sia tutto un caso, ma in realtà l'ironia di mister

2 commenti:
Le suggerisco la lettura di questo libro dal titolo lapalissiano: Il signor Ikea. Cordialità
I libri sull'Ikea ormai sono tantissimi!
Questo mi sembra comunque interessante... Grazie della segnalazione :-)
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